Non è detto che l’Alzheimer esiti necessariamente in una progressione inesorabile che conduce al declino cognitivo delle facoltà mentali. Stando a uno studio condotto dai ricercatori dellUniversity of California, Los Angeles (UCLA) è stato dimostrato che una delle conseguenze più terribili di questa malattia neurodegenerativa, ovvero la perdita di memoria, può essere contrastato seguendo un apposito programma terapeutico.
Tale programma consiste nel cambiare radicalmente alcuni aspetti della propria vita: a partire dal seguire una dieta specifica, dall’esercizio fisico, dal sonno e dall’utilizzo anche di prodotti farmaceutici e dalla somministrazione di vitamine.
In particolare i ricercatori hanno spiegato che: “Questi pazienti prima di iniziare il trattamento avevano ricevuto tutti una diagnosi di declino cognitivo lieve, deficit cognitivo soggettivo o di morbo di Alzheimer, e i nostri test di follow-up hanno dimostrato che per alcuni di essi si è passati da una situazione di anormalità a quello di normalità”.
I risultati si sono rivelati piuttosto incoraggianti: un uomo di 66 anni all’inizio del trattamento aveva un volume dell’ippocampo pari al 17% del normale, mentre dopo 10 mesi è arrivato al 75%, il che ha determinato un netto miglioramento della sintomatologia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Aging.
Stando alle ultime stime, la demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati.
Cos’è l’Alzheimer
Questa patologia neurodegenerativa è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. Tale malattia comporta il progressivo danneggiamento dell’ippocampo, un’area del cervello associata all’apprendimento. La perdita di memoria rappresenta il primo sintomo relativo al morbo.
Alzherimer: cause
La malattia determina un progressivo accumulo di placche amiloidi nel cervello. Ancora non è chiara la causa prima di questa degenerazione. Inoltre si riscontra anche una carenza di sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori, che svolgono un ruolo importante nella comunicazione tra le cellule nervose.
Alzheimer: sintomi
Pur risultando differenti da paziente a paziente le caratteristiche cliniche di questa malatia, un tratto comune è rappresentato dalla perdita di memoria. Ovvero si inizia coll’avere difficoltà a ricordare eventi recenti. Questi episodi di dimenticanza col passare del tempo divengono sempre più frequenti. Altri sintomi che possono associarsi riguardano la difficoltà di esecuzione delle attività quotidiane e disturbi del linguaggio. Al disturbo di memoria talvolta può associarsi anche disorientamento spaziale, temporale e topografico, nonché alterazioni della personalità.
Alzheimer: cura
Attualmente purtroppo non esiste una cura per questa malattia. I trattamenti oggi disponibili riescono a contenerne i sintomi. Si utilizzano farmaci che contrastano l’acetilcolinesterasi, un enzima che distrugge l’acetilcolina, ovvero il neurotrasmettitore che deficita nei pazienti malati di Alzheimer. Nuove prospettive di ricerca riguardano lo sviluppo di un vaccino per contrastare la formazione di b-amiloide, le placche che intossicano il cervello.