Alla fine ha confessato. “Temevo che il bambino non fosse sano”. Questa la giustificazione utilizzata dal dipendente pubblico di 35 anni che ha avvelenato la fidanzata a Bologna. L’uomo ha a versato un prodotto per lavastoviglie nella bibita bevuta dalla compagna incinta al settimo mese. La donna è ricoverata nel reparto di Rianimazione da martedì sera. La donna, coetanea dell’uomo, è residente a Bazzano e originaria della provincia di Siena.
“Temevo che il bambino non fosse sano”
L’altro ieri il compagno è stato sentito tutto il pomeriggio dal Pm Giuseppe Di Giorgio e dai Carabinieri. Dapprima come persona informata sui fatti. Poi, quando sono emerse alcune contraddizioni nel suo racconto e il Pm gli ha fatto presente che o si era davanti ad un atto terroristico, o la donna aveva tentato il suicidio, oppure era stato lui ad avvelenarla, l’uomo ha chiesto tempo per pensare.
L’uomo ammette la colpevolezza in lacrime
L’audizione è stata sospesa e quando è ripresa il trentacinquenne ha ammesso le proprie responsabilità, tra le lacrime. Una ricostruzione dei fatti che sarà ulteriormente verificata nelle prossime ore. Soprattutto gli inquirenti cercheranno di trovare riscontri significativi rispetto a quanto dichiarato dal trentacinquenne. In particolare si proverà a verificare se davvero il bambino che portava in grembo la fidanzata non fosse sano. La donna resterà in prognosi riservata ancora almeno un paio di giorni. Il feto, conferma l’Ausl, non ha avuto conseguenze.