La mozione approvata nella giornata di ieri 2 giugno da parte del Parlamento tedesco che ha definito senza mezzi temini “genocidio” la strage nei confronti degli armeni, perpetrata dall’impero dei turchi ottomani un secolo fa, nel 1915, rischia di innescare una seria crisi diplomatica tra Ankara e Berlino. Immediata è stata la reazione diplomatica da parte della Turchia che ha richiamato il proprio ambasciatore in Germania.
D’altronde nella mattina di ieri il primo ministro turco Binali Yildirim aveva messo sull’avviso Berlino dicendo a chiare lettere che il voto sarebbe stato un “test di amicizia” tra i due paesi, lasciando intendere che l’approvazione della mozione ne avrebbe compromesso le relazioni diplomatiche.
La Turchia finora non ha mai riconosciuto il genocidio. Il genocidio armeno è stato invece riconosciuto da 22 paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Canada, Grecia, Russia, Uruguay, Argentina, Venezuela, Cile e Bolivia. il presidente armeno Serz Sargsyan, nei giorni scorsi nel corso di una intervista pubblicata dalla Bild, aveva lanciato una sorta di appello al parlamento tedesco: “Non è giusto che non si possa chiamare genocidio il massacro contro gli armeni, solo perché il capo di Stato di un altro Paese ne è disturbato”. Ed ancora: “La Germania è uno Stato potente e la voce del Bundestag tedesco è ascoltata in tutto il mondo. Ma, proprio per questo, la Germania ha una responsabilità speciale e non può cedere su ciò che riguarda questioni morali e difesa di valori”.
Quando inizia la persecuzione turca contro il popolo armeno
Quella nei confronti degli armeni si può definire una vera e propria operazione di pulizia etnica. Le prime discriminazioni contro questa minoranza etnica cristiana da parte degli ottomani e in particolare della fazione dei “giovani turchi” cominciano già nel 1894. L’entrata in guerra non fa che peggiorare le cose. Il pretesto della persecuzione è la scelta di alcuni armeni di arruolarsi nell’esercito russo. Il seguito è una storia di leggi speciali e deportazioni. Ancora oggi moltissimi turchi negano questa pagina nera del loro recente passato.
Papa Francesco in occasione del centenario, lo scorso anno aveva definito il massacro degli armeni avvenuto tra il 1915 e il 1923 il “il primo genocidio del XX secolo” a cui avrebbero fatto tristemente seguito quelli compiuti da nazismo e stalinismo. La reazione di Erdogan fu rabbiosa, il Presidente della Repubblica Turca negò decisamente le stragi commesse dai turchi esattamente un secolo prima ed a seguito dell’approvazione della mozione tedesca ha dichiarato che: “comprometterà seriamente i rapporti tra i due paesi”.
Insomma la Turchia vive ancora un processo di rimozione della propria storia più recente, ma è noto, come insegna la psicanalisi, che il rimosso, come l’acqua nelle cavità carsiche, prima o poi tende a raffiorare, sia pure in maniera distorta, sempre alla coscienza. Ed è questo processo di chiarificazione che ancora manca al paese turco.
Per approfondire il genocidio turco degli armeni: interessante documento prodotto da RaiCultura
Articolo dal sito vietatoparlare: Il genocidio armeno è stato rimosso dalla coscienza del mondo