Stando agli ultimi dati Istat nel mese di aprile l’aumento delle tendenziale delle retribuzioni risulta il più basso dal 1982. In questi primi 4 mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta solo dello 0,7%. Insomma nel nostro Paese gli stipendi non crescono. Per i lavoratori del settore privato si è assistito a un incremento dello 0,8% mentre è rimasta del tutto invariata quella dei dipendenti pubblici.
Nello specifico i settori in controtendenza rispetto agli altri che fanno registrare gli aumenti maggiori sono quello tessile, abbigliamento e lavorazione pelli, energia elettrica e gas. Altra nota dolente per quanto riguarda i contratti in attesa di rinnovo collettivo: in particolare sono 52 dei quali 15 appartenenti alla pubblica amministrazione relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti, di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego.
Complessivamente il contratto in attesa di rinnovo riguarda il 64.1% per quanto attiene ai dipendenti del pubblico impiego, e il 53,6% considerando solo il settore privato. L’attesa media raggiunge i 24,3 mesi. Insomma si tratta sicuramente di un record negativo che dà la misura di come il nostro Paese sia bloccato e non soltanto in ambito economico e lavorativo.