Hillary Clinton durante un comizio per le primarie in Kentucky ha fatto una promessa nel caso dovesse essere eletta presidente degli Stati Uniti. Se verrà eletta alla Casa Bianca suo marito Bill, nonchè ex presidente Usa: “verrà incaricato di rivitalizzare l’economia, perché lui sa come farlo, specialmente in posti come quelli minerari o poveri o in altre parti del Paese che sono state escluse“. In particolare per Hillary, suo marito Bill, potrebbe rivelarsi un asso in più nella manica per sostenerla nella campagna elettorale: “lui ha più idee in un minuto di chiunque altro io conosca. Dobbiamo far tornare la gente a lavorare e noi ci impegneremo con tutte le nostre forze, al 100%, perché ho paura che se non lo facciamo non riconosceremo il nostro Paese“. Diciamo che a parti invertite non andò granché bene. Nel 1993 quando Bill era presidente degli Usa, investì la moglie di un ruolo molto importante in quanto si sarebbe dovuta occupare della riforma della sanità nazionale.
Tuttavia la “Clinton health care plan” nonostante la firt lady avesse la maggioranza in entrambe le camere, non venne approvata dal congresso. La riforma sanitaria negli Usa sarebbe stata realizzata soltanto molti anni dopo con Barack Obama.
Hillary in questa tornata elettorale sta puntando molto sull’appartenenza di genere. In particolare ha sostenuto che appoggerà politiche di sostegno alla maternità, il diritto di aborto, ed inoltre ha promesso che il suo staff sarà composto al 50% da donne. Tuttavia il suo avversario Sanders ha raccolto l’84 per cento dei voti delle donne sotto i 30, in Nevada l’82. Il femminismo delle giovani donne insomma ha obiettivi più ampi e sotanziali, quali la parità di salario nel lavoro e quindi la lotta contro le discriminazioni. Si tratta di obiettivi che vanno al di là dell’appartenenza di genere. Inoltre le ragazze sotto i 30 anni sono poco recettive rispetto alle politiche di sostegno alla famiglia in quanto ancora non ce l’hanno una propria.
Vi è anche da dire che la candidata democratica continua ad apparire poco spontanea e vicina alla gente, troppo ingessata nel suo ruolo di first lady, a differenza di Donald Trump invece che sarà discutibile quanto si vuole, ma a cui di certo non fa difetto la spontaneità.