Ad ottobre si svolgerà il referendum costituzionale sulla riforma del Senato. Si tratta di un bivio importante non solo per il governo ma anche per Matteo Renzi che ha sempre affermato che se la riforma dovesse essere bocciata rimetterà il suo mandato, in quanto il premier dice di non essere stato mai attaccato alla poltrona, a differenza invece di tanti suoi colleghi.
E dunque il referendum di ottobre rappresenta uno snodo politico importante per il governo anche perchè è stato proprio Matteo Renzi a metterla in questo senso e a vivere la chiamata al voto degli elettori anche come una sfida personale.
In particolare questa campagna per il sì al referendum è partita ad Firenze, il paese natale del presidente del consiglio. Così si è espresso il premier al riguardo: “Siamo a un bivio tra l’Italia che dice sempre sì e l’Italia che dice solo no“. Ed ha aggiunto: “Io non sarei mai arrivato a Palazzo Chigi se non avessi avuto una straordinaria esperienza di popolo. Ora c’è una partita che da solo potrei anche vincere ma non basterebbe. Nel referendum la domanda è molto semplice: sì o no. Ma lì dentro c’è molto di più: c’è la riforma istituzionale“.
Ed infine ha rivolto proprio una sorta di appello: “Una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta, per vedere se italiani vogliono entrare nel futuro a testa alta. Ho bisogno di voi, 10 mila comitati in tutta Italia, composti da un minimo di 10 a massimo di 50 persone. Girerò come un globetrotter, non mi risparmierò, ma abbiamo bisogno di voi, questo Paese non è del presidente del Consiglio. Ciascuno di voi si deve prendere un pezzo di questa sfida, dal 15 maggio pubblicheremo i moduli per fare i comitati“.
Renzi d’altronde si dice sicuro di vincere il referendum. Non si sa però quanto possa rivelarsi azzeccata questa mossa del premier di caricare il referendum di un significato politico che in qualche modo ne va a svisare la reale natura. La riforma costituzionale varata dal Governo Renzi supera il bicameralismo perfetto ridisegnando ruoli e competenze del Senato. Ed è su questo che gli italiani sono chiamati ad esprimersi. Si spera che lo facciano il più consapevolmente possibile.