Donald Trump, l’uomo che scuote l’America. Il ‘fenomeno’o la sorpresa dir si voglia, era davvero così imprevedibile? In realtà basta tornare indietro di una scarsa quarantina di anni, precisamente alla fine degli anni ’70, per trovare analogie. Non sono poche. Alla fine di quel decennio l’economia e la società statunitense riflettevano problematiche non dissimili dallo scenario contemporaneo. Sfiducia nella classe politica, arretramenti in politica estera (si era in piena sindrome post Vietnam), economia che viveva una fase di stagnazione e soprattutto una diffusa sfiducia dell’elettorato.
Donald Trump un nuovo Ronald Reagan? Contestualizzando i differenti momenti storici e geopolitici appare evidente che l’elettorato americano sia alla ricerca di qualcosa di differente dalle figure tradizionali.
Anche allora, come oggi, i cittadini statunitensi chiamati ad esprimere il proprio voto nelle primarie dei due partiti puntarono su degli outsiders. In campo Repubblicano (primarie 1976) Ronald Reagan sfidò apertamente il presidente uscente Gerald Ford, quest’ultimo attenne a fatica la nomination dal suo partito. In campo Democratico la spuntò Jimmy Carter, non certamente una figura nota ai non addetti ai lavori e men che mai considerato alla vigilia uno dei potenziali favoriti. Sia Reagan che Carter (i due si sarebbero poi sfidati alle Presidenziali del 1980) venivano percepiti come personaggi estranei all’ establishment.
Anche allora, come avviene oggi, i cittadini statunitensi chiamati ad esprimere il proprio voto nelle primarie dei due partiti puntarono su degli outsiders.
Benché Ronald Reagan avesse alle spalle due mandati come Governatore della California, veniva ancora percepito come l’ex attore di Hollywood e non come un politico di professione. Alle elezioni del 1980, l’elettorato conservatore si compattò intorno a ‘Ronnie’. A rileggere le cronache dell’epoca, le stesse perplessità oggi avanzate nei giudizi a Donald Trump venivano mosse anche intorno alla figura dell’ormai non più giovane candidato Repubblicano. La storia, oggettivamente, lo ha poi evidenziato come il presidente americano più incisivo e popolare della seconda metà del ventesimo secolo.
A rileggere le cronache dell’epoca, le stesse perplessità oggi avanzate nei giudizi a Donald Trump venivano mosse anche intorno alla figura dell’ormai non più giovane candidato Repubblicano.
Donald Trump un nuovo Ronald Reagan? Contestualizzando i differenti momenti storici e geopolitici appare evidente che l’elettorato americano sia alla ricerca di qualcosa di differente dalle figure tradizionali. E, leggendo tra le righe dei discorsi di Donald Trump, al netto dell’esuberanza dialettica, si può scorgere uno schema molto simile a quello adattato da Ronald Reagan durante le sue campagne elettorali. In particolare, il tentativo di diffondere un senso di fiducia ed ottimismo, argomenti che fanno ancora larga presa nelle corde dell’americano medio.