Il rapporto 2015 sulle Riforme fiscali nell’Unione europea vede l’Italia ancora una volta bacchettata. Nel rapporto annuale della Commissione Europea sulle politiche fiscali degli Stati Membri si sottolineano le principalità criticità del regime fiscale dei paesi facenti parte dell’Unione europea.
Per quanto riguarda l’Italia si pone in evidenza in particolare la necessità di ridurre la tassazione sul lavoro, pertanto sarebbe auspicabile che la tassazione andasse a colpire non la crescita e l’occupazione, ma i consumi, la proprietà e le tasse ambientali.
Ad esempio solo tenendo conto del 2012 l’aliquota fiscale in Italia sul lavoro era nel 2012 del 42,8%, mentre la media europea faceva registrare il 36,1%. Insomma le tasse andrebbero aumentate sugli immobili, sulle donazioni e sui consumi.
Nello specifico invece per quanto riguarda i consumi, andrebbero limitate le esenzioni sull’IVA e le aliquote ridotte per colmare un ”gap significativamente più alto della media UE” e abbassare in tal modo la notevole differenza tra gettito atteso e gettito effettivamente incassato dallo Stato. Inoltre per quanto rigurda la tassazione sugli immobili la Commissione consiglia non di tassare le compravendite quanto invece di aumentare la tassazione sulle proprietà.
E’ curioso notare come il governo di Matteo Renzi vada invece proprio in direzione contraria rispetto alle raccomandazioni dell’Unione europea, in quanto il governo italiano ha intenzione di ridurre le tasse sulle case di proprietà.