I ricercatori dell’University of Bath e del Bristol Children’s Hospital hanno messo a punto uno speciale cerotto che è in grado di indicare se la ferita che copre, è infetta o meno. Lo speciale cerotto dà questa indicazione cambiando colore. D’altronde la ferita in presenza di una infezione guarisce più lentamente rallentando il processo cicatrizionale. Talvolta possono anche provocare setticemia, ovvero una infezione generalizzata a tutto l’organismo.
In pratica nella maggior parte dei casi, quando il sitema immunitario è efficiente, l’organismo è capace di eliminare i batteri che causano le infezioni. Quando ciò non avviene i batteri grazie a un biofilm riescono ad aderire meglio a qualsiasi superficie e quindi nel caso specifico ritardano la rimarginazione di ferite e piaghe.
La particolarità di questo cerotto consiste nel fatto che è in grado di rilevare le tossine prodotte dai batteri e quando superano il livello di guardia, libera un colorante che sotto i raggi UV appare fluorescente. Il cerotto nanotecnologico in pratica si è rivelato efficace nel rilevare le più frequenti infezioni ospedaliere prodote da batteri quali l’Escherichia coli, lo Staphylococcus aureus e la Pseudomonas aeruginosa.
Il cerotto potrebbe rivelarsi utile soprattutto nel caso dei bambini in quanto non sempre un processo febbrile è da ricondurre necessariamente a una infezione batterica o virale. Talvolta però ci vogliono anche 48 ore in base ai sintomi per capirlo, nel caso dei bambini però i medici nel dubbio preferiscono somministrare degli antibiotici.
Tuttavia la prescrizione degli antibiotici quando non è strettamente necessaria e se il processo infettivo è sostenuto da agenti virali è del tutto inutile, porta al fenomeno della farmaco-resisteanza. Il cerotto che indica dopo pochi minuti se si è in presenza di una ferita infetta, potrebbe quindi evitare il ricorso indiscriminato agli antibiotici.