La panificazione e la pastificazione: tradizione e nuove tendenze a confronto
Una delle arti più antiche espresse dall’uomo in ambito culinario, uomo non come identificazione di genere, ma di specie, è stata, sin dalle epopee culturali sumere, poi egizie, in seguito diffuse in tutto il Medio Oriente e successivamente l’Europa, la cottura di impasti derivati dalle macinazioni delle farine.
Forni arcaici, spesso solamente scavati nel terreno (molto differenti dalle moderne impastatrici e planetarie) , ancora oggi attuali in alcune culture come quella dell’India settentrionale attraverso la cottura nel semplice forno ‘tandoori’, un modesto cono derivato dallo scavo nell’argilla o, nelle versioni più moderne, d’acciaio ma con la stessa funzione.
Nell’epoca del web e della società 2.0, queste antiche tradizioni, rivolte alla cottura di pani, focacce, pizze, appaiono come desuete vestigia di un passato che non esiste più, ma la realtà e ben diversa e proprio la ricerca rivolta alla ‘reinassance’ di tradizioni genuine, sta rispolverando un concreto sincretismo gastronomico nella riproposta e rivisitazioni di tal pratiche.
La prima grande rivoluzione concettuale è la ricerca di farine poco raffinate: le nuove tendenze alimentari, soprattutto in ambiti consapevoli, sono rivolte proprio all’acquisto di farine integrali, composte spesso da miscele di cereali differenti per esaltare il carico e la diversità vitaminica e proteica degli stessi. Questi prodotti sono oggi presenti sia in commercio, oppure ottenuti dalla macinazione tra le mura domestiche delle granaglie tramite apposite macine domestiche proposte da più aziende.
Una nuova modalità di concepire la panificazione, ma lo stesso discorso vale anche in ambito di pastificazione, diramatasi a macchia d’olio grazie ad una new-age tra i fornelli generatasi alle origini in Germania.
E’ proprio il paese teutone il leader mondiale di tutta una serie di articoli studiati e concepiti nel ritrovare una gustosità e genuinità in netto contrasto con l’industria massiva del marketing tout-court e delle farine eccessivamente raffinate e pesanti nell’apparato digestivo.
Una new-age anche sanitaria pensando a quanto si sia diffuso il problema della celiachia oggi, a quanto sia cresciuta la richiesta di alimenti ‘gluten free’, di quanto si sia potenziato il mercato ‘fai da te’ della produzione di prodotti panificati o di paste all’interno delle mura domestiche.
Pane, Pizza e Pasta, assoluti protagonisti di Host 2017
Da venerdì 20 a martedì 24 del mese di ottobre 2017, Fieramilano, come ogni anno, ripropone la più importante Fiera di settore proprio nell’espressione delle tre ‘P’ più nobili (pane, pizza e pasta) e di tutto il complesso mondo che ruota attorno a tre prodotti che in percentuale assorbono buona parte del volume d’affari in ambito industriale e alimentare, un business che spesso nasce nei paesi di produzione dei grani (le provenienze nord americane, canadesi, asiatiche o dell’est europeo sono le maggiori realtà del settore graminaceo e dei cereali in genere) o delle nuove realtà, nuove economie fiorite in questo indotto.
Pensando alla pizza, Regina di un’Italia la quale, in questo gustoso alimento colorato identifica la più nobile delle sue esportazioni mondiali, il mercato del pomodoro ha visto negli ultimi decenni l’espressione e la novità di nuove realtà come il mercato di produzione e confezionamento industriale dei sotto prodotti (concentrati, polpe e pelati) provenienti dalle campagne dell’Impero economico cinese.
Pensate che a tremila chilometri da Pechino, nella regione dello Xinjiang, si è sviluppata, con un decorso pari in velocità solamente alla nascita dei funghi nel sottobosco, la seconda realtà mondiale in termini di produzione e trasformazione industriale dei pomodori e gran parte di quella polpa finisce proprio al di sopra delle nostrane quattro stagioni, margherite, calzoni o sughi alla puttanesca, così come nei ragù emiliani.
Host è quindi non solo fiera campionaria di questo settore ma importante, fondamentale momento di riflessione mondiale, sulle tematiche rivolte alla panificazione e all’industria della pasta, con convegni e simposi durante i quali alimentaristi, industriali, multi-nazionali si confronteranno sulle tematiche della globalizzazione e della tipicità del prodotto finale.
Host, non solo pasta
Milano sarà quindi per alcuni giorni protagonista assoluta e se le tre ‘P’ nobili saranno al centro dell’attenzione, altre due fondamentali macro aree si confronteranno nelle proprie peculiarità sia campionarie che teoriche. Da una parte il Bar, quindi il té e il caffè al centro dell’attenzione in Fiera, dall’altra il gelato, la pasticceria, il ‘vending’ e l’arredo tavola, con la tovaglieria e le nuove proposte del settore soprattutto rivolte all’apparecchiatura innovativa nella ristorazione rivolta alla fusion sia tra i fornelli che sulla tavola.
Un occhio di riguardo per catering e home-restaurant, due realtà oramai consolidate e avide di innovazione.
Perchè Host?
La risposta è abbastanza semplice: nonostante una globalizzazione e un possesso crescente dei settori da parte delle multinazionali dell’alimentazione, Pane, Pizza e Pasta, così come Gelato e Caffè, sono patrimoni importanti per l’economia e l’industria italiana, una vetrina fondamentale per testimoniare ancora una volta che il ‘made in Italy’ di qualità può prevalere sull’industria del discount e della bassa qualità.
Proprio per questi motivi, anche quest’anno, Host sarà la conferma che Italia a tavola è sinonimo d’innovazione e di qualità e, quando i riflettori si accenderanno su Milanofiera, il Belpaese brillerà di tutta la sua cultura in questi ambiti.