Stando a quanto emerge da una ricerca condotta dalla Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, persentata in occasione della Giornata mondiale della contraccezione, le donne italiane hanno ancora le idee poco chiare riguardo ai metodi per evitare gravidanze indesiderate.
La ricerca è stata condotta in 9 paesi su 4.500 donne (500 italiane) tra i 20 e 29 anni.
I dati sulla contraccezione nel nostro paese
Nello specifico in Italia solo il 17,5% ricorre alla pratica del coito interrotto, il 4,2% ai metodi naturali e il 3,1% alla buona sorte o altri rimedi non convenzionali. La contraccezione ormonale viene scelta solo dal 16,25.
Così spiega questi dati Paolo Scollo, presidente della Sigo: “L’Italia è il fanalino di coda in Europa. Serve una svolta. Il ricorso alla contraccezione ormonale risulta particolarmente basso nelle regioni del Mezzogiorno e in Sicilia. Proprio nelle aree in cui si concentrano più della metà delle baby-mamme under 19”. Ed ancora: “Il quadro che abbiamo delineato denota una scarsa consapevolezza e richiede interventi di educazione sessuale e all’affettività sin dalla scuola. Nel nostro Paese certi temi sono ancora considerati un tabù. Soprattutto servono programmi educazionali specifici per le categorie più propense a comportamenti scorretti e pericolosi, come gli under 30 e le donne di origine straniera”.
Lo specialista poi conclude riguardo alla necessità che venga approvata una legge per l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole: “Nel nostro Paese non sono materie obbligatorie previste nei programmi ufficiali del ministero dell’Istruzione”.