Sta facendo molto discutere l’iniziativa de IL Giornale di pubblicare a partire da oggi sabato 11 giugno una collana di 8 volumi incentrata sul nazismo. Si parte oggi con il Mein Kampf di Adolf Hitler. Il testo è stato curato dallo storico Francesco Perfetti. La pubblicazione ha suscitato un fronte notevole di critiche contro questa scelta editoriale di Alessandro Sallusti che dirige la testata.
L’ambasciata d’Israele a Roma sorpresa
Così ha commentato l’iniziativa l‘ambasciata d’Israele a Roma: “Siamo rimasti sorpresi dalla decisione de Il Giornale di allegare il “Mein Kampf”. Se ce lo avessero chiesto, avremmo consigliato loro di distribuire libri molto più adeguati per studiare e capire la Shoah”.
Renzo Gattegna: “operazione indecente”
Mentre Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, ha definito senza mezzi termini come “indecente” tale scelta: “La distribuzione gratuita nelle edicole del Mein Kampf, domani accompagnato al quotidiano Il Giornale, rappresenta un fatto squallido, lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah e dei diversi fattori che portarono l’umanità intera a sprofondare in un baratro senza fine di odio, morte e violenza”. Ed ancora: “Bisogna dirlo con chiarezza: l’operazione del Giornale è indecente. E bisogna soprattutto che a dirlo sia chi è chiamato a vigilare e a intervenire sul comportamento deontologico dei giornalisti italiani”.
Il commento di Renzi
Non è mancato anche un commento del premier Matteo Renzi, molto attivo sui social, che su Twitter ha cinguettato: “Trovo squallido che un quotidiano italiano regali il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio più affettuoso alla comunità ebraica #maipiù”.
La replica di Sallusti
D’altro canto Sallusti così ha replicato a questa ridda d’accuse: “Lo studio del Novecento ha avuto come tabù proprio il nazismo, come se la storia fosse finita lì. Ma la prima regola è conoscere ciò di cui parliamo e questo libro, che ha cambiato la storia dell’Europa e dell’Occidente, non a caso viene presentato nell’edizione critica curata da uno storico di vaglia come Francesco Perfetti”. Ed ancora: “Indubbiamente un certo effetto lo fa, ma è il libro che ha fatto effetto e non credo nessuno possa pensare, se non nel caso di palese strumentalizzazione, ad un’operazione di ‘propaganda’ che sarebbe contro la storia stessa del ‘Giornale: basterà seguire la guida di Perfetti per capire la portata culturale dell’operazione”.
Insomma non si può capire senza conoscere, per cui la lettura di quanto scritto da Hilter in quel libro grondante di esaltazione ideologica nazionalistica supportata da tesi pseudoscientifiche sulla supremazia della razza ariana rappresenta un ulteriore tassello che aiuta a comprendere meglio una delle pagine più nere della storia recente. Capire è un esercizio della ragione che ci aiuta a esorcizzare i demoni dell’ignoranza.
Concludiamo con un testo molto conosciuto di Primo Levi che introduce il romanzo omonimo “Se questo è un uomo”.
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.