Yamato Tanooka, il bimbo disperso nei boschi del Giappone dell’isola di Hokkaido sabato scorso, è vivo e vegeto. E’ stato ritrovato venerdì mattina rinchiuso in un hangar usato dall’esercito giapponese per delle esercitazioni. Il piccolo era stanchissimo ed affamato, ma portato all’ospedale non sono state riscontrate ferite gravi.
La grande paura
Dopo quasi una settimana le speranze di ritrovare il piccolo ancora in vita erano ormai ridotte al lumicino, anche perché nella zona ci sono diversi orsi e di notte la temperatura scende fino a -6 gradi. Sono stati impiegati circa 200 militari e agenti di polizia, e quando sembrava non ci fossero più speranze è avvenuto il miracolo.
L’impresa di Yamato
Il piccolo ha scalato da solo una montagna di circa 1.000 metri, raggiungendo un hangar distante 4 km dal luogo dove si erano perse le tracce. Il militare che lo ha ritrovato ha commentato: “Era lì, vestito con la maglietta nera i calzoncini blu e le scarpe da ginnastica rosse della segnalazione e si è identificato da solo. Mi ha detto che era affamato e gli ho dato la mia razione: pane, palline di riso e acqua”.
Una punizione esemplare
I genitori hanno chiesto scusa per la grande agitazione che ha provocato l’episodio in Giappone, ma hanno le loro colpe. Hanno raccontato infatti che il piccolo si comportava male durante la gita, gettando sassi contro altri turisti. Così per punizione lo hanno lasciato nel bosco, per poi tornare a riprenderlo, ma dopo pochi minuti il bimbo era già scomparso. Ora rischiano di essere denunciati per negligenza e abbandono di minore.