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ParlamentoLe parole del ministro Maria Elena Boschi a proposito del voto sul referendum costituzionale previsto per ottobre secondo cui i veri partigiani voteranno sì, ha suscitato una vasta eco, scatenando un vero e proprio putiferio politico. Intanto è arrivata la replica da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi). L’associazione ha precisato che: “la decisione di aderire alla campagna referendaria per il “No” è stata adottata dal Comitato Nazionale del 21 gennaio, con una netta e precisa maggioranza (venti voti a favore e tre astensioni), che tale decisione è stata ribadita praticamente in tutti i Congressi provinciali e sezionali dell’Anpi, con rarissime eccezioni; che la conferma definitiva è venuta dall’inequivocabile voto conclusivo (con solo tre astensioni) del Congresso sui documenti congressuali, compresa la relazione generale del Presidente, analoga  alle decisioni precedenti“.

Inoltre riguardo allo strumento refendario sottolinea: “è un diritto dei cittadini e delle cittadine ed è uno strumento di democrazia: è necessario che tutti lo rispettino e si adeguino alla necessità di consentire una piena conoscenza dei reali problemi in discussione, senza prevaricazioni e senza l’uso di dichiarazioni provocatorie ed offensive. L’Anpi tutta è impegnata a garantire che questo importante esercizio di democrazia si svolga con estrema correttezza e parità di condizioni, in modo che davvero la parola conclusiva spetti al popolo“.

Senza mai citarla direttamente questa è la risposta dell’Anpi al ministro Boschi: “La inaccettabile campagna introdotta contro l’Anpi, perfino tentando discriminazioni fra i partigiani e altrettanto vergognosi avvicinamenti ad organizzazioni di stampo fascista“. A proposito del referendum è intervenuto anche Pierluigi Bersani che così ha riferito ai cronisti alla Camera.: “Matteo Renzi compie un errore se spacca il Paese sulla riforma costituzionale, nella società, non solo italiana, si muovono pulsioni preoccupanti e bisogna lavorare per unire, non per creare fratture e se così non sarà “io non ci sto, mi venite a trovare a Bettola, da solo“.

In effetti l’ex segretario del Partito Democratico a caldo aveva già risposto senza mezzi termini al ministro per le riforme costituzionali: “Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi si crede di essere, siamo forse arrivati al governo che fa la supervisione dell’Anpi?”. In difesa della Boschi è intervenuto invece Renzi: “Non vedo né gaffe né particolari polemiche. Ci saranno i veri partigiani che voteranno sì e i veri partigiani che voteranno no”.

In effetti questa riforma costituzionale sottoposta a referendum  ha ormai acquisito delle connotazioni politiche, diventando una sorta di referendum pro o contro Renzi che rischia di far passare in secondo piano il contenuto della legge, che prevede nella sostanza il superamento del bicameralismo perfetto e quindi una riforma del Senato. Su questo gli italiani sono chiamati a esprimersi al di là della strumentalizzazione politica del referendum.