Ospite in tv nel programma di Lucia Annunziata, il ministro Maria Elena Boschi così si è espressa: “Ci sono molti partigiani, quelli veri, che hanno combattuto non quelli che sono venuti dopo, che voteranno sì alla riforma costituzionale”. La frase sui partigiani pronunciata dal ministro inevitabilmente ha dato seguito alle polemiche, scatenando un vero e proprio putiferio politico. Particolarmente critico il commento di Pier Luigi Bersani ex segretario del Pd: “Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi si crede di essere, siamo forse arrivati al governo che fa la supervisione dell’Anpi?”. Ed ancora sottolinea Bersani: “in nome di una mezza riforma del Senato si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale”.
D’altronde il referendum sulla riforma costituzionale è del tutto incerto ed è probabile che a fronte di questa incertezza sia la Boschi che il premier forse vorrebbero fare un passo indietro.
Detto in altri termini dal si o dal no al referendum sia la Boschi che Matteo Renzi hanno legato il loro futuro politico, per cui è evidente che il voto degli italiani sul referendum possa anche leggersi come una sorta di voto pro o contro il governo Renzi. Lo stesso presidente del consiglio ha provato a gettare acqua sul fuoco. Intervenendo a Radio 105 ha difeso l’operato della Boschi: “Non vedo né gaffe né particolari polemiche. Ci saranno i veri partigiani che voteranno sì e i veri partigiani che voteranno no“. In effetti è questo lo scotto che paga il premier per avver politicizzato la risposta degli italiani al quesito referendario. D’altronde il rischio che il referendum possa non passare, almeno stando agli ultimi sondaggi, è piuttosto alto.
Sarebbe davvero uno smacco per l’esecutivo che ha puntato su questa riforma proprio per segnare una linea di discontinuità rispetto ai precedenti governi che non erano mai stai in grado di portare avanti un progetto organico di riforma della nostra costituzione.