Ad ottobre si svolgerà il referendum costituzionale perché come prevede la nostra costituzione, in ultima istanza saranno i cittadini a pronunciarsi sul pacchetto delle riforme varate dal governo Renzi. D’altronde il premier che ha parlato alla direzione del Pd ha le idee molte chiare.
Intanto a proposito del referendum prevede una sorta di calendario cadenzato che si articola in diverse fasi per la mobilitazione del Pd che: “deve partire il 20 maggio e durare fino al 15 luglio, quando dovremo presentare le firme per il referendum”. Una seconda fase che inizierà a luglio e durerà fino a settembre fase prevede invece che: “Il pd deve essere in modalità ‘banchino permanente’. Dal 15 luglio al 10 settembre molti vanno al mare e noi andiamo con loro sulle spiagge, mi piace l’idea della mobilitazione costante“.
Infine nella terza fase bisognerà continuare a tenere alta l’attenzione sul referendum: “con la partenza del secondo corso di classe dem. Sarà interessante dare il messaggio su toni più seri, dato che per il resto saranno toni da campagna elettorale“.
In particolare il premier sottolinea l’importanza di questa riforma, che era stata messa in agenda in passato dei precedenti governi, ma che nessuno finora era riuscito a portare a termine: “Se abbiamo fatto tutto questo percorso, per il quale ho ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica e diverse fiducie dal Parlamento. Se facciamo la riforma attesa da trent’anni, se a fondo di tutto questo straordinario lavoro ti dicono di no, devi prenderne atto“.
Dopo il refrendum, Renzi sottolinea che si aprirà la fase congressuale del pd: “si tratta di anticipare di qualche mese il percorso. Ma si può decidere insieme: in modo molto unitario nella formazione del percorso, immagino e spero in modo diviso sui contenuti e sui candidati, anche perchè non avrebbe senso il contrario vista la recente storia. Ma un minuto dopo il referendum, se andrà bene come sono sicuro che andrà, va aperta la fase congressuale”.
Per Renzi il risultato di questo referendum andrà preso anche in senso politico e in tal senso nel caso in cui gli elettori dovessero esprimersi negativamente a riguardo, il premier ha sottolineato che ne prenderà atto e agirà di conseguenza rimettendo il suo mandato.