La Corea del Nord, almeno nei ciclici proclami, torna a minacciare venti di guerra nella penisola. Ancora una volta un nuovo focolaio di tensione si accende all’altezza del 38° parallelo, tuttavia nelle tradizionali minacce di Pyongyang si registra un deciso salto di qualità. In un comunicato ufficiale del Comitato Nazionale di Difesa si fa cenno esplicito ad un teorico uso di armi nucleari, soprattutto se la Corea del Nord riterrà di scorgere segnali di palese minaccia alla sua sicurezza. Non è la prima volta che il regime dittatoriale comunista della Corea del Nord adotta una diplomazia muscolare, anche stavolta come in passato gli analisti giudicano le dichiarazioni ufficiali come prettamente ad uso interno.
Sullo sfondo delle nuove minacce di Pyongyang le manovre militari congiunte tra l’esercito della Corea del Sud e le forze armate americane stanziate nel Pacifico.
Puntualmente le manovre congiunte degli eserciti di Washington e Seul irritano Pyongyang. Una delle principali preoccupazioni da parte del governo presieduto da Kim Jong-un risiede nella percezione che ne potrebbe derivare tra l’opinione pubblica locale. La Corea del Nord, al netto dei proclami, si regge fondamentalmente su un assunto politico interno: ovvero, offrire la percezione alla sua popolazione di uno stato d’assedio permanente e l’essere considerato un paese tra i più potenti militarmente al mondo.
Tutto ciò allo scopo di mascherare una gravissima crisi economica persistente e, fattore sempre più evidente, un intiepidirsi dei rapporti con Pechino. Dalla fine della guerra fredda infatti, la Cina può ritenersi l’ultimo vero alleato della Corea del Nord.
La Corea del Nord è dotata realmente di una concreta capacità nucleare e sarebbe in grado di renderla operativa?
Su questo punto gli analisti militari sono profondamente divisi, non da oggi. Che Pyongyang possegga ordigni atomici funzionanti è probabile, meno plausibile appare la sua capacità di colpire a lungo raggio, ad esempio le coste del Giappone o gli Stati Uniti d’America. Tuttavia, anche soltanto considerando il suo esercito di almeno tre milioni di unità, il potenziale bellico della Corea del Nord resta notevole. La confusione degli ultimi anni, soprattutto in politica estera e nei timidi riavvicinamenti al vicino ‘sudista’, non aiutano a comprendere le linee strategiche di Pyongyang.