Una potenza con ambizioni da super potenza, senza esserlo ancora. E la strada del militarismo ne diventa la conseguenza più ovvia. La Cina torna a mostrare i muscoli, in un momento nel quale la sua economia vive una fase di incertezza ed un ridimensionamento quanto mai evidente. Perlomeno nelle stime di crescita, soprattutto se rapportate ai numeri roboanti del decennio passato. E’ di queste ore l’annuncio, da parte di Fu Ying (Portavoce ufficiale del Congresso del Popolo) di un incremento consistente delle spese in ambito militare. Una percentuale altisonante, su base annua, racchiusa in un numero: circa l’8% di incremento.
Come e perché a Pechino si è giunti ad una netta presa di posizione del genere, ampiamente pubblicizzata anche a scopi prettamente politici?
In primis le motivazioni di politica estera, negli Stati Uniti d’America è anno di elezioni, la nomenklatura cinese vorrà presentarsi al nuovo inquilino della Casa Bianca come interlocutore di cui tener conto nell’area del Pacifico. Per nulla disposto, ai tavoli negoziali, a ratificare le proposte di Washington senza far pesare una forza militare che appare oggi oggettivamente appannata.
Le tensioni con i vicini, in particolare con il Giappone e Taiwan, impongono a Pechino l’esigenza di non apparire come un gigante ‘disarmato’. Il gap, soprattutto tecnologico sui sistema d’arma, rispetto a Russia e Stati Uniti, è infatti una realtà ben nota agli analisti militari.
Le difficoltà dell’economia cinese, con riflessi ampiamente visibili nel resto del mondo, potrebbero far registrare numerosi problemi anche sul fronte interno.
In questi ultimi anni la Cina ha potuto presentarsi al mondo come l’economia emergente, in continua crescita ed espansione a livello globale. Tanto bastava anche a tenere soffocate le spinte riformiste interne. Con l’economia in chiara difficoltà, la mancanza di una visione strategica sul lungo periodo, si impone ai vertici del partito un cambio di marci, non solo a livello pecettivo. Il rischio, alla distanza, è che le numerose contraddizioni del tessuto sociale cinese possano prima o poi presentare il conto. Basti pensare all’enorme divario esistente tra le metropoli e le zone rurali.