Scoprire nei capelli un po’ d’argento che li colora, come cantava Massimo Ranieri in una sua celebre canzone, rappresenta un inevitabile segno dell’età che avanza e quindi dell’invecchiamento. L’uomo brizzolato però generalmente piace alle donne perché gli aggiunge un che di fascinoso, mentre nel caso delle donne i capelli bianchi rivelano inesorabilmente l’età che avanza. Non stupisce quindi che sia proprio il gentil sesso a ricorrere a ogni sorta di prodotto cosmetico pur di riuscire a camuffare l’incanutimento dei capelli.
Ma a cosa si deve la perdita di colore dei capelli nel corso degli anni? Stando a uno studio condotto dai ricercatori dell’University College di Londra, pubblicata su Nature Communications, l’incanutimento dei capelli non deriva da cause ambientali ma da alcuni geni specifici. In particolare si chiama Irf4, il gene che svolge un ruolo fondamentale nell’ingrigimento dei capelli.
Il gene in questione in realtà era già noto ai ricercatori in quanto promuove la produzione della melanina per colorire i capelli, tuttavia in questa ricerca si mette in evidenza per la prima volta che abbia un’influenza diretta anche riguardo la perdita di colore dei capelli.
I ricercatori hanno analizzato un campione di 6.000 volontari tra Brasile, Colombia, Cile, Messico e Perù, composto al 55% da donne e per il 45% da uomini, con origini europee, africane e native americane. Oltre al gene Irf4 , ne esistono molti altri le cui espressioni determinano i capelli ricci (PRSS53), lo spessore della barba e la forma dei capelli (EDAR), lo spessore e la densità delle sopracciglia (FOXL2) ed quello del “monociglio” (PAX3).
La ricerca potrebbe essere quindi di stimolo per quanto riguarda lo studio di nuovi prodotti cosmetici, ma potrebbe anche trovare applicazione per quanto riguarda la medicina forense.
Uno degli autori così ha commentato i risultati dello studio: “I geni collegati alla calvizie e al colore dei capelli li conosciamo già, ma questa è la prima volta che viene identificato il gene dei capelli grigi nell’uomo, insieme ad altri geni che controllano forma e densità dei capelli“. Ed ancora: “E’ improbabile che questi geni lavorino isolati. Pensiamo invece che lavorino insieme, con molti altri fattori che devono ancora identificati”.