Dal 1 marzo non esisterà più la vecchia ricetta rossa del medico di famiglia. Questo avviene in virtù di una legge del dicembre del 1015 che recepisce un decreto che risale a più di 3 anni fa. A far fede dal 1 marzo infatti i medici di famiglia si collegheranno a un sistema informatico, che sarà visibile anche ai farmacisti che ci consegneranno i farmaci prescritti.
Tuttavia a partire dal 1 marzo almeno per un po’ vi sarà ancora una sorta di doppio binario: ovvero il medico di famiglia ci darà un piccolo promemoria da dare in farmacia in modo da consentire di recuperare la prescrizione in caso di malfunzionamento del sistema o di problemi alla linea di connessione internet. Tuttavia quando la ricetta digitale andrà a pieno regime anche questo memorandum da consegnare al farmacista scomparirà. Si prevede che questa prima fase durerà fino alla fine del 2017.
Inoltre sempre fino a questa data il nuovo sistema non riguarderà alcuni farmaci come gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa.
Per il Segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, tuttavia non sarà affatto tutto rosa e fiori, in particolare paventa che: “Il rischio è che tutti gli oneri della nuova ricetta ricadano sui medici”, che già debbono destreggiarsi “tra codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza, con un aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti“. In sostanza l’auspicio è che possa esserci: “una semplificazione delle procedure, ancora possibile”.