Il 7 gennaio 2015 la sede del giornale Charlie Hebdo fu colpita da un disumano atto terroristico. Due uomini incappucciati fecero irruzione armati di kalashnikov, uccidendo cinque vignettisti. Ad un anno dalla strage Charlie Hebdo è più vivo che mai, non abbassa la testa dinanzi alle minacce mortali del terrorismo ma anzi passa al contrattacco, usando sempre l’arma della satira.
Il numero speciale sarà dedicato proprio ai cinque vignettisti morti (Cabu, Wolinski, Charb, Tignous e Honoré), e sarà impreziosito da contributi esterni di attori, scrittori, intellettuali francesi e dalla ministra francese della Cultura Fleur Pellerin.
In copertina un’altra vignetta che farà discutere. C’è un dio non ben precisato, che fugge con un kalashnikov sulle spalle, barba e mani piene di sangue. In alto campeggia la scritta: “Un anno dopo l’assassino è ancora in fuga”.
Durissime le parole di Riss Laurent Sourisseau, il nuovo direttore di Charlie Hebdo ferito anche lui nell’assalto di un anno fa che ha realizzato l’immagine di copertina: “Le idee degli atei e dei laici sono in grado di spostare le montagne più della fede dei credenti. Non saranno due stronzetti incappucciati a mandare a monte il lavoro di tutta la nostra vita. Non saranno loro a far crepare Charlie. È Charlie che li vedrà crepare”.