Il brusco calo delle temperature in queste ultime 48 ore sta producendo danni anche alle colture. D’altronde si è passati da un eccesso all’altro nel volgere di pochi giorni. Questo mese di novembre che si sta avviando alla conclusione è stato infatti particolarmente mite facendo registrare una temperatura superiore alla media di quasi tre gradi.
L’insolita temperatura lasciando le piante in piena vegetazione come se fossimo in primavera estate le ha rese particolarmente vulnerabili a questo primo freddo. In particolare così sottolinea la Coldiretti: “A preoccupare gli agricoltori sono i seri danni per le colture che sono impreparate di fronte al drastico ed improvviso abbassamento di temperatura anche superiore ai dieci gradi che si è verificato per l’arrivo dell’aria artica con neve a bassa quota e tempeste di vento che hanno ostacolato anche la circolazione e il traffico aereo“.
Ed ancora: “Dalle piante da frutto non sono ancora cadute le foglie a testimonianza di una intensa attività vegetativa che normalmente si verifica in primavera/estate. Nei fruttiferi, in particolare su albicocco e ciliegio le gemme sono rigonfie, stadio che precede normalmente la fioritura primaverile. Un abbassamento repentino di temperatura con persistenti gelate, può portare a danni consistenti con diminuzione della produttività negli anni successivi proprio per la compromissione delle gemme che non sono preparate. Nelle produzioni orticole di pieno campo, con temperature sotto lo zero si possono verificare danni diffusi in colture che adesso sono in raccolta”.
Insomma questo freddo polare che ha già imbiancato l’Appennino e che ha raggiunto anche l’Italia al centro-sud, rischia di provocare danni anche all’agricoltura, settore produttivo già in sofferenza di suo. Questo freddo polare, che i metereologi hanno già ribattezzato Attila, ha toccato le sue punte massime in Germania e Ungheria.