Il neurologo David Hafler, della Yale School of Medicine, uno dei massimi esperti mondiali della sclerosi multipla, ha parlato delle ultime novità della ricerca su questa patologia autoimmune nel corso del congresso delle società scientifiche europea e americana di sclerosi multipla, che si tiene a Boston.
La sclerosi multipla è una patologia che causa la perdita di mielina, la guaina che riveste gli assoni, i collegamenti che permettono ai neuroni di comunicare tra loro, determinando così un progressivo scadimento delle abilità motorie e cognitive. Il neurologo ha posto l’accento su come questa patologia autoimmune sia favorita da una catttva interazione tra geni e ambiente: rientrano nei fattori di rischio non soltanto le variazioni genetiche ma anche il fumo e il sale.
Per quanto riguarda il fumo il maggior rischio è correlato solo ai soggetti che sono portatori di una particolare variante genetica mentre il sale si è visto che aumenta le citochine infiammatorie, che è una delle componenti legate alla sclerosi multipla. In questo senso qundi maggiormente a rischio sono gli abituali frequentatori dei fast food.
Insomma una dieta in cui si eccede con il sale aumenta il rischio di sviluippare questa patologia. Insomma per lo scienziato esiste quindi un collegamento tra geni e ambiente nello sviluppo della sclerosi multipla anche se non ancora non si sa in che modo queste varianti genetiche interagiscano con i fattori ambientali.
Una speranza però arriva da uno studio internazionale condotto da varie Università, tra cui anche quella di Pavia. Grazie a un’iniezione di cellule staminali neuronali nei topi affetti da sclerosi multipla cronica si è evidenziato un miglioramento della loro condizione.