La vastità incommensurabile del cosmo affascina e continua ad affascinare l’uomo fin dalla notte dei tempi. Secoli fa però mancavano gli strumenti che oggi gli mette a disposizione la tecnologia, per cui nei tempi addietro i nostri antenati potevano soltanto fantasticare sul mistero dell’universo. Eppure la scienza avanza e traguardi che sembravano inarrivabili oggi sono invece raggiungibili.
E’ notizia di questi giorni che grazie alla luce diffusa da un quasar è stata osservata per la prima volta una ragnatela cosmica di gas che collega fra loro le galassie.
L’Universo in questa sua struttura reticolare ricorda il cervello umano con tutte le sue formazioni neuronali che lo attraversano ramificandosi in terminazioni sempre più sottili al suo interno. Questa rete gassosa che pare avvolgere le varie galassie ricorda quindi quanto fanno le sinapsi con i neuroni.
A partecipare a questo straordinario progetto troviamo anche l’astronomo italiano Sebastiano Cantalupo, ricercatore presso l’Università della California a Santa Cruz. Questi risultati sono stati raggiunti grazie al telescopio Keck I nelle Hawaii.
Stando alle conoscenze attuali gli scienziati ritengono che le galassie sono come incapsulate in una ragnatela cosmica di materia, di cui circa l’84% sarebbe costituita da materia oscura invisibile. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.